Francesco Buffa e Francesca Failoni, 27 e 26 anni, sono compagni di banco al liceo quando lui si innamora della tecnologia blockchain. La studia con passione, e ne parla così tanto a Francesca che anche lei si fa affascinare. Hanno appena 20 e 19 anni quando nel 2018, a Trento, fondano Alps Blockchain. Se il grande problema di questa tecnologia è l'elevato consumo di energia, la loro idea è produrre potenza di calcolo computazionale per estrarre (in gergo «minare») bitcoin[...].

Come raccontato in un’intervista pubblicata il 30 giugno 2025 su Corriere Innovazione, a firma di Tiziana Tripepi, la storia di Alps Blockchain parte da un’intuizione visionaria: sfruttare in modo efficiente l’energia prodotta da centrali idroelettriche storiche italiane, spesso sottoutilizzate, trasformandole in poli di calcolo distribuito per il mining di criptovalute.

«Siamo stati pionieri di un nuovo approccio: rivitalizzare le centrali idroelettriche storiche italiane installando al loro interno delle mining farm», spiega Buffa.

Il modello è semplice quanto rivoluzionario: grazie alla normativa italiana, i proprietari delle centrali possono utilizzare in loco una quota dell’energia prodotta. Alps Blockchain propone di destinarne fino al 30% all’alimentazione di mining farm installate direttamente in sito, offrendo così una resa economica superiore rispetto alla semplice vendita alla rete. Il primo impianto entra in funzione nel 2020.

Nel 2021, Alps Blockchain conta già 20 impianti attivi e un fatturato di circa 700.000 euro. Ma con l’inizio del conflitto russo-ucraino e il conseguente aumento dei prezzi dell’energia in Europa, il modello iniziale rischia di non essere più sostenibile. Serve un cambio di rotta.

Francesco decide di esplorare nuovi mercati fuori dall’Europa. Parte per il Sud America e arriva in Paraguay, dove esiste un enorme surplus energetico derivante dalla seconda centrale idroelettrica più grande del mondo. Alps sigla un accordo con l’ente energetico nazionale e inaugura i primi data center di proprietà.

L’espansione continua in Ecuador, nel cuore della foresta amazzonica, dove Alps partecipa alla riattivazione di una centrale idroelettrica chiusa durante la pandemia. Qui viene installato un nuovo data center, attraverso un coinvestimento con i proprietari locali.

Azimut e la crescita globale: Oman e Stati Uniti

Nel 2022 il fatturato sale a 17,3 milioni di euro, attirando l’attenzione di Azimut, uno dei principali gruppi italiani di investimento indipendente, che nel 2023 entra nel capitale di Alps con un primo investimento da 40 milioni di euro.

Nel frattempo l’azienda punta su un progetto ancora più ambizioso: Green Data City, una cittadella tecnologica in costruzione in Oman, dove le mining farm di Alps sono alimentate da gas naturale in esubero, in un’ottica di ottimizzazione e supporto alla transizione verso le rinnovabili.

«Oggi Green Data City ospita la nostra mining farm, che consuma parte di queste risorse supportando così il piano di sviluppo del Paese orientato all’integrazione di fonti rinnovabili», spiega Buffa.

A giugno 2024, Azimut investe altri 105 milioni di euro: fondi destinati sia allo sviluppo del progetto in Oman, sia all’apertura del mercato nordamericano. Il primo step? L’Iowa, dove Alps realizzerà nuovi data center alimentati dall’energia eolica in eccesso.

Un nuovo posizionamento: costruttori di infrastrutture

«Il mondo cambia a una velocità incredibile, e lo stesso abbiamo dovuto fare noi», afferma Buffa.

«Oggi siamo costruttori di infrastrutture per il mining: convertiamo l’energia in potenza di calcolo e la vendiamo al miglior offerente. Siamo l’unica azienda italiana a farlo, e siamo leader in Europa».

Ma la crescita di Alps Blockchain non è solo tecnica o industriale: è anche valoriale. Come chiarisce Buffa nell’intervista: «Non andiamo in questi Paesi per sfruttare le loro risorse, ma per efficientarle, sostenere la transizione energetica e aiutarle nello sviluppo delle rinnovabili.»

Un messaggio che si riflette nei numeri globali: secondo il Cambridge Digital Mining Industry Report 2025, il 52,4% dell’elettricità utilizzata per il mining di Bitcoin proviene oggi da fonti sostenibili, e il 42,6% da rinnovabili. Alps Blockchain si inserisce in questa trasformazione globale come unico player italiano con una presenza strutturata nei principali mercati del settore.

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