Per la prima volta in Italia, un’amministrazione comunale ha deciso di convertire parte della produzione di una centrale municipale in potenza di calcolo dedicata al mining. Accade nel comune di Borgo d’Anaunia, nell’antica centrale di Alta Novella, dove i 40 miners installati sono alimentati con l’energia green prodotta dall’acqua del torrente Novella. Una soluzione che, per il Sindaco Daniele Graziadei, “consente di introdurre e abbracciare una soluzione innovativa per valorizzare l’energia prodotta e contribuire a sostenere il futuro alla centrale”.

Borgo d’Anaunia è un piccolissimo comune di 2.500 abitanti in provincia di Trento, nato due anni fa a seguito della fusione dei territori di Castelfondo, Fondo e Malosco. Un territorio “giovane”, come lo descrive Nordesteconomia, ma volto all’innovazione e con le idee ben chiare. Esattamente come quelle del sindaco Daniele Graziadei, trentasette anni e con un passato nel mondo dell’informatica, che il 31 dicembre 2021 è riuscito a convincere la propria giunta ad approvare una delibera che ha ufficializzato l’accordo con la IDM srl di Trento che, in partnership con Alps Blockchain ha fornito 40 supercomputer installati all’interno della centrale idroelettrica municipale “Alta Novella” posta a ridosso del torrente Novella e immersa nel verde rigoglioso degli abeti della Val di Non.

«La produzione della nostra centrale dipende al 100% dalla portata del torrente, che diminuisce nei mesi invernali arrivando a toccare solo 70-80 kilowatt. Proprio per cercare di massimizzare il profitto della centrale nei periodi più complicati abbiamo deciso di vendere un quinto della produzione totale sotto forma di potenza di calcolo, e il restante al mercato libero»  spiega a Nordesteconomia Daniele Graziadei, primo Sindaco in Italia ad affacciarsi a questa tecnologia innovativa. 

Una soluzione, sottolinea Graziadei, che permette all’amministrazione di dare un futuro chiaro all’impianto, dando stabilità anche al bilancio comunale proiettando la struttura verso un riammodernamento estremo, e facendola diventare un vero e proprio centro di supercalcolo della potenza di 4 petahash, ideale per l’estrazione di monete virtuali in maniera green.

«Con questo progetto puntiamo a diventare protagonisti nella promozione della blockchain, come strumento per la ricerca e lo sviluppo sostenibile del web 3.0, nonché di mettere a disposizione una tecnologia che permetta alla popolazione mondiale che attualmente è esclusa dal sistema monetario tradizionale di essere inclusa in esso – prosegue Graziadei -. L’impianto permetterà di individuare nuove opportunità per potenziare l’attuale sistema elettrico della centrale puntando su un nuovo settore industriale, quello delle cripto». Il costo dell’intera operazione si aggira attorno ai 150mila euro complessivi.

Fonti e rassegna: 

Nordesteconomia 

Il Sole 24 ore 

Rainews

Innovation Origins

Condividi su